venerdì 8 dicembre 2006

Una, nessuna, centomila Finanziarie

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Il Principio di Indeterminazione di Heisenberg ci dice che: non è possibile conoscere simultaneamente posizione e quantità di moto di un dato oggetto con precisione arbitraria. l'universo fisico non esiste in forma deterministica, ma piuttosto come una collezione di probabilità, o potenziali. Anni dopo Kurt Goedel ci rivelava con il suo Teorema di Incompletezza che per ogni sistema formale di regole ed assiomi è possibile arrivare a proposizioni indecidibili, usando gli assiomi dello stesso sistema formale. Da allora le basi della razionalità positiva e del one-best-way non hanno più senso. La semiotica ci insegna che le possibili interpretazioni di un testo sono infinite.

Mentre il governo fa marcia indietro sulla tassazione delle auto aziendali, il primo ministro palestinese
Ismail Haniyeh dichiara che non riconoscerà mai lo stato di Israele[1] a cospetto di Mahmoud Ahmadinejad (pochi giorni dopo la sua visita a New York), il presidente degli U.S. George W. Bush ammette la catastrofe irachena[2] e Enrico Deaglio riapre l’affaire legato ai presunti brogli elettorali[3], mi accorgo di quanto difficile possa essere mantenere una coerenza programmatica, ottenere consenso, intimorire l’avversario e coprire i buchi di bilancio. Nella complessità del mondo post-moderno in cui le vecchie distinzioni destra/sinistra sono crollate, il processo di globalizzazione continua per la sua strada nonostante tutto. Io vedo la globalizzazione come sistema di interdipendenze trans-locali[4]. Ciò che accade in un determinato luogo del mondo, può influenzare la vita di persone che vivono in nazioni distanti migliaia di chilometri. Una farfalla che batte le ali in Giappone può causare una tempesta in Brasile. Il voto di un impiegato poco informato e sovrappeso del middle-east americano inciderà (seppur in maniera minima) sulla vita o la morte di migliaia di iracheni. Il “nuovo” e spaventoso inquinamento cinese contribuirà allo scioglimento dei ghiacciai nei poli e all’innalzamento del livello del mare sulla costa Adriatica.
In gioco vi è un complesso meccanismo di azioni e retro-azioni ed un numero indeterminabile di variabili. E’ lo stesso procedimento per il quale le previsioni meteo non sono mai davvero esatte. C’è sempre qualcosa che non si poteva prevedere a priori. Ciò che si può fare è immaginare scenari il più possibile centrati sul rigore scientifico. In questo contesto le decisioni non possono essere prese in modo razionale tale razionalità va limitata[5]. Le decisioni sono pescate dal “garbage can”[6]
(cestino dei rifiuti) per legittimarsi a posteriori.

Il mondo è indicibile. Però la Finanziaria lo è ancor di più. In Italia accade che la
legge di Programmazione Economica e Finanziaria partorisca in modo democristiano. Abituati ad accontentare un po’ qui e un po’ là, si prendono decisioni molto neutre. La loro forza ne esce svilita e priva del coraggio necessario per intraprendere nuovi corsi politici più virtuosi.
Quest’anno il governo procede a carponi seguendo lo stile tipico dei bambini che muovono i primi passi. Trail and error è il nuovo motto. Propongo, mi contestano, propongo una nuova versione edulcorata. I commercianti sanno bene che per puntare ad un prezzo di vendita alto bisogna iniziare aumentando arbitrariamente il valore della merce.

Le teorie del management [7] ci informano che uno stile di leadership autoritario è l’ideale in un contesto di crisi o di ristrutturazioni. Questo stile è però poco efficace in contesti molto complessi ed in team con competenze molto diversificate e specializzate. La leadership visionaria è quella “alla Kennedy” o del primo governo Prodi, ad esempio. La conquista del consenso è basata sulla chiara definizione delle sfide e delle responsabilità di competenza. In questo modo si alimenta l’impegno e l’entusiasmo. Lo stile esemplare è tipico di Silvio Berlusconi. Il leader guida gli altri ergendosi a modello e compiendo (presunti) sacrifici personali. L’attuale governo italiano, invece, segue uno stile di leaderhip a mio parere partecipativo. I dirigenti coinvolgono gli altri nei processi decisionali. Esso è utile quando il team è composto da soggetti altamente competenti e quando il leader ha conoscenze limitate o non ha sufficiente potere formale o autorità. Lo stile partecipativo è tipico degli schieramenti moderati centristi (UDC e UDEUR su tutti).
Ciò che salta all’occhio è proprio il cambiamento dei meccanismi interni dei regimi democratici occidentali odierni. Mentre i paesi in via di sviluppo hanno bisogno di “uomini forti” e scelte risolute, i paesi sviluppati occidentali necessitano di partecipazione, moderazione, equilibrio. Ed è la complessità ad imporlo.

In un contesto partecipativo sorto dalle macerie di una legge elettorale scriteriata e dalla annosa carenza di leader del Centro-Sinistra, il governo è oggetto di un “assalto alla diligenza” particolarmente violento. La Finanziaria deve ancora farsi, ma ne abbiamo tantissime interpretazioni.

Giudizi negativi


Jean Philippe Cotis (OCSE)[8]:
Il problema di bilancio dell'Italia si risolverà solo grazie a vaste riforme. Cotis ha ribadito che l'Italia soffre di «un problema di competitività in generale, legato sia ad un'inflazione rimasta per anni più alta rispetto ai paesi concorrenti, sia alla sua incapacità di passare ad una produzione a maggiore valore aggiunto». «In Italia l'aggiustamento di bilancio viene condotto attraverso un aumento delle tasse e servono dunque maggiori sforzi per ridurre la spesa». «che avrà un effetto depressivo sulla crescita dei consumi».Nelle considerazioni introduttive sull'Italia, l'Ocse sottolinea che il consolidamento fiscale per il 2007 «si appoggia, per la maggior parte, su attesi aumenti dei ricavi, che potrebbero aumentare i disincentivi al lavoro ed agli investimenti». Per questo motivo, prosegue il rapporto, «il contenimento della spesa è quindi necessario, soprattutto nel campo delle pensioni, del pubblico impiego, delle amministrazioni locali e della sanità, come indicato nei piani di medio termine del Governo». Il rapporto precisa quindi che «circa un terzo della crescita è ottenuta tramite il trasferimento del Tfr, nonostante su questa misura debba ancora decidere l'Eurostat. Circa metà nasce dall'aumento delle entrate fiscali collegate all'evasione, mentre le entrate nette legate all'aumento dell'imposizione ammontano ad una piccola parte, visto che la crescita della tassazione è compensata da tagli negli oneri sulla sicurezza sociale». Ma l'Ocse è anche estremamente critica sulla possibilità che la manovra raggiunga gli obiettivi di bilancio. Il rapporto deficit/Pil si attesterà in Italia al 4,8% nell'anno in corso, per poi scendere nel 2007 al 3,2% ed al 3,3% nel 2008, quindi ancora sopra i parametri fissati dal Patto di Stabilità Ue. I rimborsi Iva legati alla sentenza della Corte di Giustizia Europea pesano per l'1% sul dato del 2006. Per il 2007, l'Ocse stima un deficit/Pil del 3,2%, superiore alla stima del 2,8% formulata dal Governo italiano «nonostante simili previsioni di crescita del Pil». Secondo l'organizzazione, le entrate relative all'evasione fiscale saranno inferiori alle attese del Governo.
L'Ocse ribadisce invece l'avvenuta ripresa dell'economia italiana nel 2006, confermando la stima di una crescita del Pil dell'1,8% per l'anno in corso, «la forte crescita del mercato dell'export, le migliori condizioni creditizie, una crescita dell'occupazione e della fiducia». Secondo l'Organizzazione, la crescita si dovrebbe ridurre nel 2007 ad un +1,4%, per poi risalire all'1,6% nel 2008. «La crescita dell'occupazione ha di nuovo superato quella della produzione nella prima metà del 2006» sostiene il rapporto. L'occupazione crescerà dell'1,7% nell'anno in corso, contro la stima di un +0,6% rilasciata nell'Employment Outlook di giugno. Nel 2007, l'occupazione dovrebbe aumentare dello 0,8% (+0,4% nella precedente previsione) mentre nel 2008 l'aumento è atteso all'1%. Secondo il rapporto, l'andamento dell'occupazione riflette un nuovo processo di regolarizzazione degli immigrati, l'aumento dell'occupazione delle persone sopra i 50 anni e la continua crescita di contratti a termine presso i lavoratori più giovani. In questo modo, il tasso di disoccupazione è atteso in costante calo, dal 7,1% dell'anno in corso, al 6,8% del 2007 fino al 6,5% del 2008.

Luca Cordero di Montezemolo (presidente di Confindustria)[11]: ''Purtroppo nella Finanziaria ci sono pochi tagli e nessuna riforma. Al di la' del cuneo fiscale, questa Finanziaria non ci convince''. Monetezemolo boccia la Finanziaria 'salvando' solo il cuneo fiscale: ''La riduzione del cuneo fiscale, tre punti netti di riduzione dei nostri costi, e' una misura importante per la competitività. Va a vantaggio delle imprese e dei lavoratori e rappresenta un elemento irrinunciabile se vogliamo mettere davvero al centro l'impresa e lo sviluppo. Era una promessa del Governo in campagna elettorale che viene rispettato. Ne prendiamo atto''. Non convince, di contro, ''lo scarso coraggio nelle riduzioni di spesa, per le tasse che introduce e per quelle che rischiano di arrivare dagli enti locali. Non ci piace soprattutto per il trasferimento forzoso di una quota del TFR dalle imprese allo Stato''. Per Montezemolo ''questa Finanziaria sembra scritta dalla sinistra massimalista con il benestare della CGIL''. ''Deluso'' e' il commento del numero 1 di Confindustria, per una Finanziaria ''con la quale abbiamo avuto la conferma delle nostre preoccupazioni per una coalizione di centrosinistra eterogenee e fortemente influenzata da realtà alle quali manca la cultura del mercato e con scarsa considerazione del ruolo delle imprese''.

Giudizi neutri


Banca d’Italia

[9]:
Nell'autunno del 2006 lo scenario dell'economia internazionale si conferma favorevole, nonostante i segnali di rallentamento degli Stati Uniti. L'anno che sta per concludersi sarà, infatti, un nuovo periodo di crescita record per il Pil mondiale (+5%), trainato dal forte sviluppo dei paesi emergenti dell'Asia (Cina e India in testa), a cui si affianca la ritrovata salute del Giappone. Anche l'area dell'euro ha consolidato la fase di ripresa, dopo l'accelerazione congiunturale di metà anno, grazie alla spinta tedesca e al progressivo rafforzamento della domanda interna, che ha dato slancio al Vecchio continente senza affidarsi ai soli stimoli esogeni, com'era accaduto nel recente passato. Il calo dei prezzi petroliferi e il positivo andamento del mercato azionario costituiscono, poi, altrettanti fattori di sostegno alla domanda, perché alimentano la capacità di spesa e allontanano, nello stesso tempo, le probabilità di una svolta ciclica in negativo. La crescita del Pil in Eurolandia dovrebbe, pertanto, collocarsi sul 2,5-2,7% nella media del 2006, il valore più elevato degli ultimi sei anni, e rallentare a poco più del 2% nel 2007. L'indebolimento previsto, pari a circa mezzo punto percentuale, è conseguente sia alla frenata dell'economia americana, sia alle politiche fiscali restrittive di alcuni importanti paesi dell'eurozona (Germania, Italia), data l'esigenza di riequilibrare i conti pubblici. L'Italia, dopo ben cinque anni di stagnazione, ha messo a segno nei primi tre quarti del 2006 un significativo processo di ripresa: il Pil dovrebbe crescere nella media di quest'anno dell'1,7% (1,8% corretto per i giorni lavorativi), che è il tasso di sviluppo più elevato a partire dal 2001. La produzione industriale, a sua volta, mostra nei primi dieci mesi un aumento dei valori tendenziali vicino al 2%, con un buon recupero dai minimi toccati nel primo trimestre 2005. La fase di accelerazione sembra, però, essersi esaurita all'inizio dell'autunno, quando la dinamica produttiva si è assestata su ritmi più moderati, che dovrebbero preludere a un rallentamento nel corso del 2007, in sintonia con la prevedibile pausa ciclica nella congiuntura europea. La ripresa delle esportazioni e il rafforzamento della domanda interna hanno favorito il ritorno alla crescita del Pil, prevista intorno al 2% tendenziale annuo nell'ultimo trimestre del 2006. L'erosione delle quote di mercato del made in Italy dovrebbe essersi finalmente arrestata; il recupero della domanda estera ha contribuito, poi, al rilancio degli investimenti in macchinari e attrezzature, data la ormai ridotta capacità produttiva inutilizzata e le condizioni monetarie che rimangono espansive. Nonostante l'andamento rivelatosi migliore del previsto, l'economia italiana continua a mostrare, tuttavia, un ritmo di sviluppo che è il più basso tra i maggiori paesi europei, insieme a un profilo stagnante della produttività; ciò a causa dei vincoli strutturali, a cominciare dai problemi della finanza pubblica.Sul fronte dei conti pubblici, il miglioramento delle prospettive di crescita dell'economia ha ridotto la stima del deficit per quest'anno a circa il 3,5% del Pil, oltre mezzo punto in meno rispetto alle attese di inizio estate; tenuto conto degli effetti della sentenza della Corte di giustizia europea sull'Iva per le autovetture, il disavanzo aumenta a consuntivo verso il 4,7% del Pil. L'andamento del 2006 riflette, infatti, una più moderata dinamica della spesa corrente primaria a fronte di entrate tributarie in sensibile crescita, anche se in parte dovuta a un gettito di natura temporanea. Il positivo risultato dell'anno in corso ha, inoltre, consentito di limitare la correzione netta del bilancio pubblico a non più di 15 miliardi di euro, come previsto nella Legge finanziaria per il 2007, che colloca il deficit programmato al 2,8% del Pil. L'obiettivo dovrebbe essere raggiunto con un insieme di misure straordinarie, ma dagli effetti permanenti, quali il trasferimento all'Inps del Tfr non destinato ai fondi pensione e un complesso di azioni destinate a contrastare l'evasione e l'elusione fiscale. Il saldo primario di bilancio risalirebbe così al 2%, consentendo al rapporto debito/Pil di tornare a scendere, dopo due anni di aumenti, che hanno riportato la nostra finanza pubblica in una situazione preoccupante.

Giudizi positivi
[10]:
La nostra previsione è al di sotto del 3%, al 2,9% per il 2007. Rimaniamo fermi alle previsioni presentate qualche settimana fa. So che ci sono altre istituzioni, siamo diversi, capita». In ogni caso ha poi spiegato Almunia, «Le maggiori entrate fiscali non vanno usate per abbassare le tasse, ma per tagliare il deficit, sempre». La Finanziaria 2007 permette all'Italia di portare al 2,9% il rapporto deficit/pil, in linea con le richieste dell'Ecofin. Ma Bruxelles avverte Roma: l'elevata spesa sanitaria e quella per le amministrazioni locali «potrebbero far crescere il disavanzo» per il prossimo anno. Non solo. La Commissione europea si esprime con «prudenza» sulle misure contro l'evasione fiscale previste nella manovra.. È questo in sostanza il verdetto sulla Finanziaria emesso dalla Commissione europea nelle previsioni d'autunno. Il deficit 2007 si attesterá «appena sotto il 3% del pil» scrive l'esecutivo Ue, sottolineando che la manovra approvata dal governo si pone proprio come «obbiettivo un deficit al di sotto del 3% come richiesto dalle raccomandazioni dell'Ecofin del luglio 2005» con cui è stata aperta la procedura per deficit eccessivo. Bruxelles indica quindi che «l'impatto sul bilancio di alcune misure» indicate nella Finanziaria congedata dal governo «si prevede sará in linea con le stime ufficiali». Tuttavia, avvertono gli esperti di Almunia, «riguardo altre misure la stima è più prudente». Le misure in questione sono «in primo luogo quelle volte a combattere l'evasione fiscale - si legge nel rapporto - il cui impatto non è facilmente prevedibile». «Sulla previsione del deficit 2007 vi sono rischi positivi e negativi» sottolinea ancora la Commissione europea. Da un lato, osserva Bruxelles «si può raggiungere un deficit più basso se il meccanismo per contenere le spese previsto dalla manovra attuale e da quelle precedenti viene attuato pienamente e/o la lotta all'evasione fiscale risulta più efficace di quanto previsto». Dall'altro lato però, avvertono gli uomini di Almunia, «l'eccedere delle spese in particolare nel settore sanitario e da parte delle amministrazioni locali potrebbe far aumentare il deficit». Dubbi arrivano da Bruxelles anche in merito al provvedimento sul trattamento di fine rapporto (Tfr). «L'entitá delle entrate provenienti dal trasferimento del Tfr sono soggette ad una considerevole incertezza» sottolinea la Commissione Ue in merito al trasferimento del trattamento di fine rapporto dalle casse delle imprese a quelle dell'Inps. Per Bruxelles, «questa misura non migliora la sostenibilitá finanziaria».


Alessandro Leipold (
Fondo Monetario Internazionale)[12]:
Il Fondo monetario: se la manovra è approvata com'è ora rispetta gli impegni europei. La Finanziaria se verrà approvata così com'è rispetta gli impegni europei. Nel 2007 infatti il rapporto deficit/Pil scenderà sotto il 3%., «la riduzione del deficit si basa su un aumento del rapporto entrate-Pil e questo ci preoccupa perchè vi è una tendenza della spesa ad aggiustarsi all'aumento delle entrate». La ripresa dell'economia italiana «è in atto, sono più ottimista di quanto lo fossi in precedenza». ha detto Leipold. Quanto ai conti pubblici Leipold ha sottolineato che «il deficit per l'anno in corso darà un buon risultato, migliore del 3,5% previsto, al netto però della sentenza Iva che complica le cose». Il rappresentante del Fmi sottolinea la «fortissima crescita delle entrate»; non ha le stesse parole positive invece per il contenimento della spesa e sottolinea che nel 2006 «per la prima volta si va oltre il 40% del Pil e precisamente il rapporto spesa-Pil è del 42%. Si tratta di una crescita ininterrotta negli ultimi sei anni».Il trasferimento del Tfr all'Inps tuttavia non è una misura di risanamento strutturale ha poi sottolineato Leipold. «Nessuno deve illudersi che il tfr all'Inps sia risanamento strutturale. Si tratta di un prestito a fronte di obbligazioni future.

CENSIS[13]:
La ripresa c’è, e potrebbe persino configurarsi come un “piccolo silenzioso boom”, se riusciamo tutti insieme a esprimere un impegno positivo in questi mesi invernali, superando non solo il pessimismo generalizzato, ma anche la dose di demotivazione che molti hanno maturato “contro” una manovra economica governativa vissuta vittimisticamente [...].
La Finanziaria che l'Italia si appresta a varare «sarà sufficiente a riportare il disavanzo sotto il 3% del Pil nel 2007, coerentemente con gli impegni presi dal PaeseGuardando alla media dell'intera area dell'euro, la Bce prevede un miglioramento dei conti pubblici per il prossimo anno, e rileva che questo progresso «riflette gli sforzi di risanamento della Germania - si legge - e dell'Italia, grazie al pacchetto contenuto nella legge di bilancio per il 2007», combinato al venir meno della sentenza della Corte di giustizia Ue sull'Iva delle auto aziendali, che invece peserà in negativo sul risultato di quest'anno.Tuttavia, guardando sempre alla Penisola, la Bce osserva che peril 2007 la correzione dei conti pubblici «sarà leggermente inferiore allo sforzo minimo, pari all'1,6% del Pil, raccomandato dal Consiglio, e sarà attuata per oltre la metà soltanto nel 2007».In generale l'Eurotower ribadisceche «occorre sfruttare appieno la prospettiva di un contesto economico favorevole nel futuro prossimo per conseguire quanto prima posizioni di bilancio solide e un rapido calo del rapporto debito pubblico-Pil». Proprio sul nodo del debito pubblico per l'Italia la valutazione è meno positiva: Per la prima volta dal 2002 - rileva la Bce - quest'anno si prevede un calo sulla media dell'area dell'euro, «con le rilevanti eccezioni dell'Italia, dove il rapporto debito-Pil è il più elevato, e del Portogallo».

Staremo a vedere.


[1] "L’arroganza degli Usa e dei sionisti vuole che noi riconosciamo l’usurpazione delle terre palestinesi, che rinunciamo alla Jihad e alla resistenza e che accettiamo gli accordi raggiunti con i nemici sionisti nel passato», ha detto Haniyeh, rivolgendosi a migliaia di fedeli accorsi all’Università di Teheran. «Io ribadisco da questa tribuna che queste questioni non si materializzeranno mai. Non riconosceremo mai il governo usurpartore sionista e continueremo a combattere la nostra jihad fino alla liberazione di Beit-ul-Moqaddas (Gerusalemme)». Teheran, 08/12/2006.
[2]
All'indomani della presentazione del
rapporto Baker-Hamilton che delinea la necessità da parte degli Usa di una nuova strategia in Iraq, il presidente americano George W. Bush ha ammesso che «le cose vanno male». La situazione in Iraq «è grave e deteriorata» ha detto al termine dell'incontro alla Casa Bianca con il premier britannico Tony Blair citando la relazione dell'Iraq Study Group che ha definito «molto costruttiva», tanto da meritare «un approfondimento serio». 07/12/2006.
[3] DVD e libro intitolati Uccidete la Democrazia. Enrico Deaglio è il direttore della rivista
Diario.
[4] Per una panoramica sui vari appocci alla globalizzazione di veda
Ulrich Beck, Che Cos’è la Globalizzazione, 1997. Per una rivisitazione in chiave mancipativa si veda Joseph Stiglitz, La Globalizzazione che funziona, 2006.
[5]
Herbert Simon, Administrative Behaviour, 1947 e Richard Cyert, James March, A Behavioural Theory of the Firm, 1963.
[6] In una situazione di
garbage can le decisioni vengono prese per svista, per fuga o astrazione, per risoluzione (di solito le scelte meno importanti). James March e Johan Olsen, Ambiguity and Choise in Organizations, 1976.
[7]
Daniel Goleman, Richard E. Boyatzis, Annie McKee, Primal Leaderhip, 2002. La “primal leadership” di Goleman, basa il fondamento del potere del leader sulla sua capacità di far leva sulle emozioni del gruppo, nel volgerle al positivo orientandole verso il raggiungimento di un obiettivo comune. Goleman distingue sei stili di leadership: visionario, coach, affiliativo, democratico, battistrada e autoritario.
[8]
Presentazione Economic Outlook 2006, 28/11/2006.
[9]
Bollettino Economico della Banca d’Italia, 16/11/2006.
[10]
Conferenza Stampa di presentazione del Rapporto di autunno, 06/11/2006
[11]
Capri, XXI Convegno dei Giovani Imprenditori, 07/10/2006.
[12] Capo delegazione del Fondo Alessandro Leipold nel corso di una conferenza stampa al termine della missione in Italia, 13/11/2006.

[13] 40° Rapporto annuale CENSIS, 01/12/2006.

[14] Bollettino Mensile della BCE. Francoforte, 14/12/2006

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