lunedì 18 dicembre 2006

L'Opinione in copertina

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Quest’anno la “Persona dell’Anno”, secondo la rivista americana Time[1], è l’Informazione. Quella con la I maiuscola. E’ l’informazione libera, destrutturata, liberalizzata. I blogger sono gli uomini dell’anno 2006 e, più in generale, è la nuova utenza Internet 2.0[2] a salire alla ribalta.

Un riconoscimento del genere probabilmente in Italia può sembrare esagerato. Ma nella realtà USA sta prendendo forma un’informazione alternativa di qualità che tende a scalzare il mass-media tradizionale. Ognuno di noi può creare un blog, ognuno di noi può gestirlo e aggiornarlo. Ma non tutti sono in grado di riempirlo di contenuti accattivanti.
Umberto Eco ritiene che “un quotidiano serve ormai a fasciare di opinioni i fatti
[3]. Ed infatti, grazie alle nuove tecnologie, un quotidiano, ma anche un telegiornale, quando esce è già vecchio.
Questi devono allora aggiungere approfondimenti, analisi e reportage per vendere il loro prodotto.
Il blog nasce di per sé come diario personale, ed è così che molti ancora lo considerano. Ma basta entrare nel sito di Beppe Grillo
[4] per rendersi conto che un blog può essere molto di più. Esso è una pagina elettronica accessibile a tutti e dai bassissimi costi di gestione. Beppe Grillo è editore di se stesso ed interpreta la realtà a modo suo, sfruttando, perché no, la sua notorietà. Diventa sempre più sottile la distinzione tra un autorevole blog e la stampa tradizionale. Tra i miei Preferiti, ad esempio, Daniel Pipes è nella stessa cartella del Corriere.
La stampa tradizionale è stata mitizzata da Orson Welles in Citizen Kane,
[5] ed è considerata da sempre il cane da guardia della democrazia. La libertà di stampa è un indice importante di valutazione della salute di una democrazia. La stampa, e con essa tutti i mezzi di comunicazione di massa, possiede la capacità di influenzare i propri spettatori e condizionarli ad un livello più o meno profondo.
Marco Travaglio scrive che mentre in America il giornalismo è da sempre il cane da guardia della democrazia, "in Italia è il cane da compagnia. O da riporto". Ed inoltre: "nel mondo politico e in gran parte del giornalismo italiano si assiste da tempo a un fenomeno: la scomparsa dei fatti. Oggi sono spesso le opinioni a trasformarsi in fatti. In un paese dove lo scontro ideologico è diventato la prassi, gli esempi di questa situazione abbondano ovunque. Nella coscienza collettiva si radicano fatti che non sono mai stati tali"[6].

Non è necessario che un giornalista scriva esplicitamente ciò che pensa su un fatto per condizionare il suo lettore, anche perché la strumentalizzazione sarebbe troppo evidente. È sufficiente descrivere solo un lato della verità, trascurare alcuni fatti in favore di altri, insistere oppure no su un determinato argomento.
Partendo da tale presupposto Jacques Chirac ha deciso di creare un‘alternativa all’informazione di stampo anglosassone per proporre la voce della Francia nelle questioni internazionali con France24. Al Jazeera fonda il suo vantaggio competitivo sulla diversa interpretazione degli avvenimenti, visti in chiave araba. La recente apertura di Al Jazeera English renderà ancora più visibile questo fenomeno.

La stampa soffre di alcuni mali, tra i quali il fatto di dover rendere conto ad un editore. Il Blog, invece, è libero. Non ha potentati economici da difendere, né capo-redattori. Il blog liberalizza l’opinione. Da sempre i fatti vengono canalizzati e lavorati da strutture editoriali. La massa tende a fagocitare le opinioni dall’alto, impigrendosi. Con la struttura a rete e senza costi, si supera questa fase e si entra in una nuova concezione di opinione. Questa diventa mobile, libera, di facile accesso e di facile costruzione L’unico vero problema consiste nella difficoltà ad acquisire visibilità.

Quanto influisce la struttura reticolare dei blogger sulle democrazie contemporanee?
Negli Usa molti autorevoli blog hanno messo in ginocchio l’Amministrazione Bush nell’ultimo voto di Mid-Term. Ma il fatto che ognuno è in grado di produrre opinione non vuol dire che si è entrati in una democrazia partecipativa in cui, per ogni singola tematica, gli elettori decidono a maggioranza. Si sta parlando in realtà di un mutamento dei rapporti tra amministratore e amministrato. Con YouTube è possibile mettere in rete e rendere visibili fatti altrimenti privi di conoscibilità. Qualsiasi gaffe, esternazione, presa di posizione, insulto razzista, può essere portato dinnanzi ai riflettori. E’ ancora presto per dire se sia giusto o sbagliato. E’ probabile che alla lunga saremo assuefatti e non faremo caso ad un capo di Stato che nega l’olocausto, ad esempio. Inoltre anche la moralità è mobile. Ciò che è immorale oggi, può essere segno di ammirazione domani.

Anche le tecnologie web 2.0 tendono a centralizzarsi costituendosi in una tipica struttura broadcasting. I blogger, per ottenere notorietà, hanno bisogno di scalare Google e per farlo devono produrre contenuti fruibili dalla comunità che provvederà a sentenziarne il successo o l’oblio. Per velocizzare questa procedura gli autori di blog mettono in condivisione i loro “post” nei cosiddetti “aggregatori”. Questi sono dei raccoglitori di articoli da tutti i blog della rete. Molto spesso sono scelti dalla Redazione dell’aggregatore stesso (come accade in Libero Blog), ma molte altre volte la partecipazione è libera in questa sorta di “giornale della rete”. YouTube si configura come un aggregatore di video prodotti da chiunque nella rete possieda un mezzo di registrazione come un telefonino. Google e YouTube sono concentrazioni monopolistiche di contenuti e come tali potrebbero inficiare il buon funzionamento della Rete, soprattutto se porranno dei paletti, dei limiti, delle regole di notiziabilità, delle regole di interpretazione dei fatti e delle parole sui motori di ricerca o sulle voci di Wikipedia. Il loro modello imprenditoriale è la vera essenza del boom delle dot.com di inizio millennio. Essi, infatti, offrono gratuitamente i loro prodotti, i video e il motore di ricerca. Entrambi guadagnano grazie agli elementi periferici che circondano il prodotto principale. Un po’ come fa la TV commerciale che vende agli inserzionisti pubblicitari l’attenzione del pubblico. La vera differenza sta nel fatto che chiunque riesca a trovare il modo di spingere la gente a visitare un sito ha creato una comunità, e l’accesso alla comunità è una merce che ha un valore[7]. A livello semiotico, invece, YouTube è l’opposto della televisione, ed è questo il motivo del suo successo. “Non c’è estetica né palinsesto. Un video sul nostro inconscio collettivo”, dice Sam Anderson, critico della rivista americana Slate.




[1] E’ il giornalista Lev Grossman a conferire il nuovo scettro con motivazioni che inneggiano alla capacità di afferrare le redini dei media globali, fondare la nuova democrazia e battere i professionisti di sempre sul loro campo.
[2] Il concetto di Web 2.0 pone l’accento sulle capacità di condivisione dei dati tra le diverse piattaforme tecnologiche, sia hardware che software. filo conduttore è una nuova filosofia all'insegna della collaborazione. Il Web 2.0 è interazione sociale realizzata grazie alla tecnologia. I servizi e gli strumenti del Web 2.0 trasformano ogni utente da consumatore a partecipante, da utilizzatore passivo ad autore attivo di contenuti, messi a disposizione di chiunque si affacci su Internet, indipendentemente dal dispositivo che utilizza. Le applicazioni più diffuse del Web 2.0 sono: i blog, i wiki, i social network, i podcasting, i vodcast. Da www.microsoft.com.
[3] Da la Bustina di Minerva pubblicata sul sito de L’Espresso del 13 Dicembre 2006, intitolato “Giornali senza firma”. Nella Bustina di Minerva del 16/08/2006 intitolata Dove mandare i poeti?, il grande semiologo espone i rischi di un'eccessiva proliferazione di contenuti "inerti" e di blog sdi esibizionisti nella Rete.
[4] Grillo è conduttore di un blog, tra i primi 20 del mondo secondo Technorati (arrivando a contare una media di 150.000 - 200.000 contatti al giorno). Grillo vi gioca il delicato ruolo di "capo opinionista", che interpreta non senza auto-ironia. Il 14 dicembre 2005 il blog ha vinto il Premio WWW come miglior sito internet italiano nella categoria "news e Informazioni". Nello stesso mese il settimanale statunitense Time lo ha eletto tra gli eroi europei dell'anno per gli sforzi e il coraggio nel campo dell'informazione pubblica. Da Wikipedia.org.
[5] Orson Welles, Citizen Kane, 1941. Il film è liberamente ispirato alla vita del magnate statunitense William Randolph Hearst.

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